Di ritorno dal cammino di pace all’isola d’Elba

Carissimi,
l’isola e i suoi grandi spazi mi risuonano ancora dentro. Così come il ricordo della nostra piccola comunità pellegrina.
Durante il viaggio di ritorno ho scritto alcuni pensieri per Vincenzo, che condivido con voi qui sotto e che chiedo ad Anita di mandargli.
Spero rivedervi tutti e vi mando un abbraccio.
Marco

Redazione CdC
17 agosto 2018

Al camminatore dell’Elba.
Se vai all’Hotel Belmare a Patresi, incontri un posto che ti tocca il cuore.
Qui non ti vendono la stanza e la mezza pensione, ma ti accolgono dentro la storia d’amore che hanno con la loro terra, con la loro isola.
Vincenzo, il capo famiglia, ti dice di avere origini corse. E si vede dallo sguardo forte, poco incline alle smancerie, alle maniere servili di certi albergatori.
Poi, quando gli dici che andrai a camminare dalle parti di Serra Ventosa ti dice con voce ferma: lì incontrerai il paradiso.
Quello che mi commuove in Vincenzo è che lui, come pochi altri, ha capito la magia dei sentieri.
Il sentiero, che i cinesi chiamavano Tao, è lo spazio vuoto, senza fiori senza piante senza acqua, che però ti consente di raggiungere tutte le delizie del paradiso. Di toccarle con i tuoi sensi, tutti. Anche il gusto ha fatto festa con due amarene mature staccate dal ramo lungo il sentiero tra Sant’Andrea e Marciana Marittima.
Per non parlare dei profumi, delle musiche della natura, della luce incantata.
Quest’isola mi intenerisce perché mi sembra l’Italia come la immagino cento anni fa. Un’Italia di paesi, di campanili, di corriere da un paese all’altro, di silenzi, di piccole strade con poche macchine.
E Vincenzo tiene in vita i sentieri. In molti luoghi i sentieri sono stati abbandonati. Ma non qui. Perché Vincenzo sa che senza di loro non si va in Paradiso.

___________________

Anita,
Grazie di tutto. Sei una capogruppo magnifica. Una vera leader gentile, e per questo autorevole. Spero di rivederti anche presto
Un grande abbraccio
Ines

___________________

Isola d’Elba. Come tutte le isole piace a chi ama il mare e a chi ama isolarsi.
L’ho conosciuta adolescente e ritrovata cinquantenne.
Scoperta ad agosto e riavvicinata a maggio.
Lasciata pensando si trattasse di mare e riscoperta come montagna.

A maggio il trekking sull’isola - spesso scoscesa, dura, irregolare nel terreno - regala l’effetto di montagna sul mare con paesaggi che vanno dal terrazzamento anticamente coltivato, alla macchia mediterranea pregna di profumi e di coloriture di fiori diversi, al bosco, al paesino non deturpato.
A volte procedere nel sentiero è faticoso per l’irruenza della vegetazione, a volte, nel bosco, si incontrano cinghiali.
Per chi si intende di botanica - ma non è il mio caso - la ricchezza della vegetazione in fioritura porta ad apici di esaltazione.
Per chi ama le ascese decisamente montane, il Capannelle, non ha nulla da invidiare alle irte salite alpine. Anche se poi, stanco morto, puoi decidere di scendere in cabinovia.
E se un giorno sei stanco, le baie marine ti accolgono calorose.
A maggio l’acqua del mare è già calda per i bagni, le spiagge non ancora affollate, il clima ancora non sfiancante nelle ascese “scoperte”.

È un posto per chi ama la natura, ancora autentico, a volte domestico, a volte selvaggio. Ed è anche un luogo per incontri umani, con locali innamorati della propria terra, generosi verso chi la sa apprezzare.

___________________

Cara Anita! Grazie, che belle foto. E che bel cammino! Sono tornata a casa con una bellissima energia. A presto! Anna

___________________

Cari compagni di cammino, vi penso e mi mancate anche voi. Sono tornata a casa dopo altri due giorni molto calmi e molto belli, di pause, e silenzi, così che i nostri passi insieme potessero ancora di più diventare qualcosa che resta in modo profondo e porto con me anche ora. Vi sono molto grata per questi giorni insieme, preziosi e bellissimi. Mi avete dato molta forza anche nell’affrontare i timori o i momenti di stanchezza. Il venerdì sono andata sul sentiero della biodola, facile, non molto impegnativo, tanto per non perdere l’abitudine. Ma devo dire che sentivo proprio la vostra mancanza. Farlo insieme sarebbe stato diverso. Al ritorno mi accompagnavano farfalle gialle e bianche. Sembrava una danza. Eh si! Quanta bellezza! Sono tornata a Roma davvero con una bella energia. Vi abbraccio, spero di rivedervi presto. Anna