Recensione: Paolo Rumiz, “Appia”, Feltrinelli 2016

Vorrei segnalare il libro di Paolo Rumiz Appia (ed. Feltrinelli) dedicato alla prima e forse più famosa strada romana, la Via Appia appunto, che collegava Roma al porto di Brindisi, allora Brundisium, aperto sull’Adriatico e proiettato verso l’Oriente.

Redazione CdC
20 gennaio 2017

Rumiz ha ripercorso a piedi, insieme ad alcuni amici e ad un variopinto e cangiante manipolo di accompagnatori occasionali che si aggregavano via via, l’intero tracciato dell’antica strada, scoprendolo in alcuni casi e addirittura interpretandolo sulla base di documenti e reperti laddove il sedime storico e l’incuria della “civiltà” contemporanea ne hanno cancellato o sepolto le tracce.
Si tratta del racconto avvincente di un’impresa per certi aspetti epica ma anche del tentativo di sensibilizzare il lettore nei confronti di un patrimonio storico e culturale che ci appartiene e che potrà tornare a vivere soltanto se strappato all’indifferenza e all’oblio. Oggi è possibile rifare a piedi il percorso delle legioni romane, riconoscendo in qualche caso le antiche “mansiones” in cui era possibile sostare per rifocillarsi e riposare, è possibile ripercorrere il cammino di San Paolo che si servì della Via Appia per tornare a Roma da apostolo, è possibile vivere “sul posto” il drammatico epilogo delle gesta di Spartaco e dei suoi seguaci che probabilmente furono crocifissi ai lati di questa strada; è possibile rendersi conto di cosa significasse la dominazione romana, realizzata anzitutto tramite le strade, per le antiche popolazioni del centro-Sud d’Italia.
Terra di miseria e nobiltà, dove troppo spesso lo Stato ha ceduto il passo alla malavita organizzata, terra abitata da sempre, ben prima di Roma, attraversata e contaminata da Greci Mori Svevi Normanni Bizantini Longobardi Spagnoli eppure capace di mantenere nei secoli una sua identità.
Quello di Rumiz è un accorato appello, disincantato e struggente allo stesso tempo, ad andare a conoscere la nostra storia “a piede libero” con la mente aperta, privi di pregiudizi, con la curiosità e la caparbietà di chi sente che le proprie radici affondano nel terreno che sta calpestando.
Tappa dopo tappa l’autore ci accompagna tra le brutture e le meraviglie del Mezzogiorno d’Italia, descrivendo paesaggi di una bellezza commovente, città e paesi, siti archeologici e piccoli musei che da soli meriterebbero la fatica del viaggio, personaggi incredibili, eccellenze di una gastronomia che il mondo ci invidia. È un viaggio nella memoria di un popolo che troppo spesso dimentica, nella storia passata e presente, nella nostra coscienza di cittadini distratti e frettolosi, è un libro che pone domande più che dare risposte ma è anche un dono: il tracciato della “Via Regina” come la definivano gli antichi romani è oggi disponibile con la descrizione accurata di ogni tappa, con le tracce gps scaricabili in rete, con indicazioni sui luoghi di sosta, su dove mangiare e dormire, su cosa visitare. Per questo, dopo aver letto il libro, vien voglia di dire grazie a Paolo Rumiz e ai suoi amici per le suggestioni che evoca, per l’entusiasmo contagioso che sprigiona, per la voglia che ci trasmette di programmare uno straordinario viaggio a piedi nella storia. (Nicolò Ferrari)

Paolo Rumiz – “Appia”, Feltrinelli 2016 – 16 euro