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Riflessioni

Il cammino del silenzio

Mi accorgo che sto bene in silenzio.
Tollero un sottofondo di musica, classica o molto coinvolgente.
Ma l’ideale è quando cammino disattento nella natura.
Lasciandomi sorprendere dagli imprevisti dell’andare senza meta.

Il cammino del silenzio.

Quanta confusione nella comunicazione fra noi umani dei tempi moderni.
La tecnologia moltiplica le nostre possibilità di interagire.
Ed io mi sento sempre più solo.
È raro trovare momenti di sincera empatia.
Anche nella coppia o fra amici.
Anche in quello spazio di assoluta dedizione all’attenzione verso l’altro che è l’incontro psicoterapeutico.

Avere fiducia.
Questa è la merce rara.
Sommersi dai desiderata più superficiali, il denaro e l’apparire, stiamo del tutto scordando il nostro bisogno più elementare.
Poterci riconoscere nell’altro.
Decidere che è sano ed opportuno fare un passo di percorso assieme.

Credo che la profonda ricerca di silenzio interiore derivi da questo collettivo esserci distratti dalla nostra vera essenza affettiva.
Siamo insoddisfatti perché più ci dibattiamo nel cercare le tante e comode soluzioni e più andiamo a fondo.

Allora?
Guardiamo in faccia e accettiamo questo vuoto.
Azzeriamo tutti quei rumori che nulla hanno a che fare con l’autentica felicità.
Siamo onesti, almeno con noi stessi.
Facciamo un censimento del quando e come e dove stiamo davvero bene.
E poi ne riparliamo.

Guido   Ulula alla Luna