Interviste
Luca: Ormai per te il camminare è diventato davvero importante, non è più solo un pretesto letterario, cammini a prescindere. Cos’è che ti piace di più di questa pratica? Quali i benefici che ne hai tratto negli anni?
Enrico Brizzi: Intanto un saluto a te, Luca, e a tutti gli amici della Compagnia.
Mi fa un po’ sorridere ripensare al rapporto che c’è stato fin qui nella mia vita fra cammino e scrittura, due splendide attività che possono dirsi complementari: sono adatte a diverse stagioni dell’anno (i grandi viaggi a piedi per me partono sempre in primavera, anche se ultimamente mi sto innamorando perdutamente di quelle che un tempo si chiamavano “racchette da neve”, mentre la scrittura di un romanzo non può che avere inizio a fine estate, quando si riporta tutto a casa).
Ci ho messo parecchi anni per rendermi conto che queste due facce della mia vita erano, in realtà, riconducibili a un tutt’uno.
A vent’anni mi sembravano separate: da una parte c’era la scrittura, da prendere molto seriamente, col suo corredo più o meno piacevole di situazioni: l’immagine pubblica da ventenne scrittore rock n roll è più difficile da mantenere, della tabella di marcia d’un viaggio lungo molte settimane. Come dice un altro bolognese che si è trovato ad essere celebre in giovane età, "Ci vuole un fisico bestiale".
Il camminare era, allora, agli antipodi della mia sensibilità di narratore: c’erano state, certo, le prime camminate insieme a mamma e mio fratello, le avventure insieme ai lupetti e agli esploratori, le prime traversate facili sulle Alpi e in Appennino, perlopiù insieme a Giovanni, alias Wu Ming 2 del quale sono lieto di avere contribuito a far pubblicare l’ottimo volume sulla "Via degli Dei" fra Bologna e Firenze per Ediciclo: la percorremmo insieme nel corso di quei "viaggi esplorativi" che credo abbiano contribuito a formare entrambi, e tanti altri "compagni di strada" che ancora non conoscevamo.
Siamo una piccola repubblica di camminatori in una Repubblica tendenzialmente pigra e impaziente, più ammaliata dal bel gesto calcistico che si consuma in novanta minuti che non dalla costanza necessaria a perseguire un obiettivo a lungo. E lo dice uno che il calcio lo ama, o meglio ama il calcio che fu.
Sono tante le persone che ho conosciuto durante il viaggio a piedi e in bicicletta sulla Via Francigena del 2006, come nella tratta fra Roma e Brindisi - per me la scoperta del Sud-a-piedi - e in quella lungo l’Israel National Trail, del viaggio Roma-Gerusalemme del 2008. Della varietà di amici conosciuti durante l’ultima grande impresa dall’Alto Adige alla Sicilia (non intendo impresa fisica, quanto logistica e attitudinale) di Italica150 basti dire che hanno camminato con noi cento persone divise in diciotto squadre autonome, e molte sono le amicizie nate lungo la strada.
Luca: Il tuo stile di camminate-evento si è evoluto negli anni. Ora cammini con un gruppo di amici-collaboratori, con uno spirito che definirei rock, un po’ aggressivo, ma bonario e attento, di quel rock sano alla Bruce Springsteen, per intenderci...
Enrico Brizzi: Mi piace la definizione che diede di se stesso il grande alpinista Steve House: "un punk coi ramponi".
Io al massimo uso scarponi semiramponabili, ma il concetto è quello. Siamo così, noi Psicoatleti: urbanizzati e mods, ma ci piace ripercorrere gli stessi crinali dei padri dei nostri padri.
In senso più generale, credo che solo coniugando ciò che sei stato a vent’anni con quello che sei oggi puoi dirti davvero "in pace con te stesso".
Ho visto troppi amici tentare di invecchiare anzitempo, spesso senza avere tentato di mettere al mondo una progenie, e non riuscire nel loro ignobile intento: sono gli stessi che a trentanove anni impazziscono e proclamano al pub che, per festeggiare i quaranta, vogliono salire su un grande Ottomila. Che fin qui non abbiano mai raggiunto la cima del Corno alle Scale (1950 metri slm) non li spaventa: è tempo di dimostrare al mondo che si è ancora dei giovani leoni!
Ecco, io di anni ne ho trentasette, ho tre figlie (il mio slogan è "Demografia proletaria"), mi ritrovo i primi capelli bianchi e faccio lo stesso lavoro da diciotto anni.
Pensarla come quand’ero matricola all’università sarebbe ridicolo. Ma ascoltare la stessa musica, e sentire che lo spirito continua, nel bel mezzo di un concerto come nella pace d’un alpeggio in quota, è sempre possibile.
Luca: Dalla tua ultima camminata Italica 150 hai tratto due libri, un film, e hai deciso anche di aprire una casa editrice, la Italica Edizioni. Pare tu sia pieno di energia, merito anche del camminare, presumo. Quali i tuoi nuovi progetti legati al cammino?
Enrico Brizzi: I progetti principali sono tre, Luca: la prima missione è quella di portare in giro il film "Italica150", a mio giudizio un buon esempio di come un viaggio a piedi possa ispirare un’opera di quello che un tempo avremmo chiamato “cinema indipendente" (colonna sonora? rock italiano, naturalmente).
Il secondo progetto riguarda un breve viaggio con gli asini insieme alle bambine - ma si può dire che ne sai quanto me.
Il mio terzo e ultimo proposito riguarda invece gli adulti, e ha titolo "Il Gran Giro Psicoatletico d’Italia".
Gli Psicoatleti, oltre a essere il titolo d’un romanzo, sarebbero i miei compagni di strada di sempre - Marcello Fini, Giorgio Leonardi, mio fratello Riccardo e il resto della "sporca dozzina" - arricchiti da elementi delle squadre affluenti di "Italica150".
Il "Gran Giro" si compone di quattro diversi viaggi, lunghi ciascuno fra le tre e le quattro settimane.
Dopo il Campodimaggio 2012 partirà il primo, da Roma a Venezia: lo abbiamo chiamato "Il Giro della Libertà". Uno dei motivi di questa scelta è che l’itinerario omaggia - e in parte ricalca - quello di Garibaldi e Anita in fuga da Roma, ma anziché terminare alle Mandriole procederà sino a Venezia, meta ideale dei due fuggiaschi.
Il secondo viaggio sarà "Il Giro del Triveneto", da Venezia al Garda via Friuli, Alto Bellunese e Trentino-Alto Adige/Südtirol.
A seguire, nei nostri piani, "Il Giro del Nord-Ovest" dal Garda a Torino, e "Il Giro delle Capitali" con partenza sotto la Mole e ritorno alla Capitale.
Per chi fosse interessato, raccomando di seguire le pagine www.casaitalica.org e www.facebook.com/EnricoBrizzi1974. Grazie Luca per questo spazio, e "buona strada" a tutti gli Italiani e le Italiane che sanno cosa significa fare lo zaino, studiare le mappe, partire senza macchina e dormire in ostelli, rifugi o sotto una tenda.
Sito del viaggio a piedi Italica 150
Enrico Brizzi, Marcello Fini, Samuele Zamuner, Italica 150. Cronache e voci da un paese in cammino, Pendragon, 2011, 15 euro