Interviste
Luca: Prima di tutto mi piacerebbe tu raccontassi il tuo percorso. Da dove nasce la tua passione per il camminare? E coma mai ti sei dedicato con tanto amore all’approfondimento dei temi del camminare in tutti i suoi aspetti, dal camminare come forma di benessere e salute, alla montagnaterapia, dai temi della psicologia e camminare alle varie filosofie del camminare? In fondo non sei un professionista del settore, ti va reso merito di aver approfondito molti temi con tante letture, e ti va reso merito di aver saputo costruire un libro che è un bel sunto di tanti argomenti.
Lanfranco Giorgi: La quotidiana vita in città, dove si è aggrediti da stimoli negativi, mi ha spinto a cercare nella natura e nel camminare in (qualunque) ambiente naturale, il recupero della mia dimensione psicofisica ed umana. Questo da venti anni fa. Il lunedì lavorativo post camminata risulta così pieno di energie, al contrario quando rimango stanziale si fa fatica a riprendere il lavoro.
Ho frequentato il mondo degli escursionisti, con il rituale domenicale oppure di più giorni, ed ho notato come questa pratica generi ben-essere sotto molteplici aspetti: fisiologici, amicali, psicologici, ed anche esistenziali. Ho visto depressi tornare uomini liberi! Implica anche svariati impatti di profilo sociale: geografici, culturali, economici, politici... Ed anche una missione: la popolazione italiana ha particolarmente bisogno di camminare: gli inattivi arrivano al 41 per cento! E così nel 2005 mi sono abilitato accompagnatore della FIE.
Luca: Dove va secondo te il camminare oggi? Quali vedi gli sviluppi più interessanti nel futuro del camminare?
Lanfranco Giorgi: Sono sempre maggiori le richieste di persone che desiderano camminare nella natura. Fioriscono associazioni e cresce la domanda di essere accompagnati lungo i sentieri. Noi, accompagnatori, lo facciamo volentieri, sapendo che abbiamo una ghiotta occasione per aiutare le persone a trovare una dimensione altra, ovvero lontana da modelli basati su falsi valori. Ci troviamo in sintonia con la filosofia politico-sociale della Decrescita felice.
Luca: La cultura del camminare oggi è una realtà. Negli ultimi mesi sono usciti alcuni libri (tra i quali il tuo, e il mio “L’arte del camminare”) che mettono il camminare al centro delle scelte di vita dell’individuo, il camminare diventa strumento per guardarsi dentro e per conoscere il mondo. Cosa ne pensi di chi sostiene che il camminare è oggi un atto rivoluzionario?
Lanfranco Giorgi: Il camminare, come atteggiamento di chi vuole “rallentare”, di chi soffre la nevrosi dell’essere sempre “in corsia di sorpasso”. Filosofia che in un primo momento ho applicato durante le escursioni, ma poi con naturale evoluzione anche nella mia dimensione quotidiana. E’ utile, è bello, ti fa bene e diventa un atto rivoluzionario. Meno mercato, più te stesso. La dimensione della fatica, l’accettazione e il piacere della fatica. Saper ragionare in termini diversi, ovvero personalizzati, e non indotti. Liberarsi da schemi socialmente diffusi è un esercizio duro, che richiede molta vigilanza, ma che rende più liberi.