Il cammino e il cambio del clima

Noi camminatori siamo sentinelle del territorio che attraversiamo.
Siamo testimoni diretti, e non virtuali, di ciò che realmente avviene a campi, boschi, corsi d’acqua ecc., ma anche del mutare delle condizioni atmosferiche col passare degli anni.
Non siamo gli unici a svolgere questo ruolo, ma siamo quelli, diciamo, più “obiettivi”, in quanto non abbiamo interessi o partito preso in gioco.

La climatologia è la branca della scienza probabilmente più importante attualmente.
Il cambio del clima sta assumendo connotati esponenzialmente catastrofici, e i climatologi sono unanimi nel ritenere che la causa sia da imputare all’era dell’antropocene. Il che vuol dire che è l’uomo che oggi determina con le sue azioni l’andamento positivo o negativo dell’intero pianeta.
Secondo questi scienziati nei prossimi anni è in ballo uno stravolgimento dell’ecosistema Terra, tale da mettere a repentaglio le sue specie viventi, fra cui noi esseri umani.

Sono certo che chi cammina nutre un amore sincero verso la Natura.
Per questo propongo a tutti i compagni di cammino la lettura dell’ultimo libro di Naomi Klein, “Una rivoluzione ci salverà. Perché il capitalismo non è sostenibile”, edito da Rizzoli.

È uno strumento indispensabile di conoscenza per permetterci di essere in prima linea in questa vera e propria battaglia per la nostra sopravvivenza.
Come stimolo, trascrivo la seconda di copertina.
Il capitalismo non è più sostenibile. A meno di cambiamenti radicali nel modo in cui la popolazione mondiale vive, produce e gestisce le proprie attività economiche – con i consumi e le emissioni aumentati vertiginosamente – non c’è modo di evitare il peggio. Cosa fare allora? Il messaggio è dirompente: si è perso talmente tanto tempo nello stallo politico di decidere di non decidere, che se oggi volessimo davvero salvarci dal peggio dovremmo affrontare tagli così significativi alle emissioni da mettere in discussione la logica fondamentale della nostra economia: la crescita del PIL come priorità assoluta. “Non abbiamo intrapreso le azioni necessarie a ridurre le emissioni perché questo sarebbe sostanzialmente in conflitto con il capitalismo deregolamentato, ossia con l’ideologia imperante nel periodo in cui cercavamo di trovare una via d’uscita alla crisi. Siamo bloccati perché le azioni che garantirebbero ottime chance di evitare la catastrofe – e di cui beneficerebbe la stragrande maggioranza delle persone – rappresentano una minaccia estrema per quell’elite che tiene le redini della nostra economia, del nostro sistema politico e di molti dei nostri media.” La via d’uscita che intravede Naomi Klein non è una Green Economy all’acqua di rose, ma una trasformazione radicale del nostro stile di vita. “La buona notizia è che molti di questi cambiamenti non sono affatto catastrofici, al contrario, sono entusiasmanti.”
Naomi Klein, nata a Montreal nel 1970, è l’autrice dei due bestseller internazionali No logo e Shock economy. Collabora, tra gli altri, con il Guardian e il New York Times.

Per chi non se la sente di leggere un libro di 75 pagine, consiglio l’imperdibile trasmissione televisiva in onda il sabato sera su RAI 3 a cura del climatologo Luca Mercalli, Scalamercalli. Possiamo registrarla e rivederla con calma, ripropone gli stessi temi in maniera divulgativa ma serissima.

Guido Ulula alla Luna

14 maggio 2015