Storia di Natale

La renna che perse le corna e allungò le orecchie: la vera storia degli asini di Babbo Natale.

Si narra che anticamente nelle foreste dei paesi del nord avvolti da fredde nebbie e venti gelidi, i boschi di betulle erano per molti mesi ricoperti di neve.
Gli abitanti dei villaggi si rinchiudevano nelle case al caldo del camino e le renne animali che tutti possedevano venivano lasciate libere nei dintorni delle case.
Gli animali spesso camminavano nei boschi e si cibavano delle cortecce degli alberi e muschi che ancora visibili fuoriuscivano dallo strato di neve o dalle rocce più grandi ancora scoperte.

18 dicembre 2017

Disegno di Florian, figlio di Brigitte

Le renne erano gli animali di tutti, di tutti i giorni, gli animali domestici che ogni giorno erano al servizio di tutti gli abitanti dei villaggi.
Ma erano anche gli animali al servizio di Babbo Natale, il vecchio che abitava nella capanna nel bosco profondo, laddove la luna sprigionava il suo raggio lucente nel silenzi odi quelle terre così buie.

Babbo Natale fabbricava giocattoli e altre cose belle per i bambini, lavorava tutti i giorni dell’anno, o quasi perché le settimane precedenti il Natale iniziava il suo lungo viaggio per la distribuzione dei giocattoli a tutti i bambini.

Finito il tempo della preparazione dei regali, Babbo Natale caricava la slitta preparava le renne e iniziava il suo lungo viaggio.

L’inverno freddo delle terre del nord sembrava già un ricordo dopo i primi giorni di viaggio ogni passo avanti era un cambiamento di paesaggio di clima e di ambiente.
Scendendo verso sud, nel suo cammino Babbo Natale trovava terre diverse, terre emerse, terre di boschi che non aveva mai visto; altri alberi, altre foreste terra di un altro colore; montagne e colline si alternavano all’orizzonte lasciando spazio a foreste di pianura, laghi e fiumi che lenti portavano acqua verso gli estuari dei fiumi e poi al mare.

Cammina cammina le renne iniziarono a modificare il proprio aspetto, il clima più caldo e mite creava un adattamento diverso al clima di cui erano abituate; iniziarono a mutare il pelo, mangiando erba ricca di sali minerali bevendo acqua di fonte ricca e saporita iniziarono a modificare il proprio corpo; le corna possenti con i loro grandi palchi austeri iniziarono ad accorciarsi.
Babbo Natale e le sue renne avanzarono scavalcando le Alpi e scendo valli e fiumi raggiunsero la grande pianura italiana.
Il clima era cambiato, la neve era scarsa e ampi prati erbosi erano un ottimo pasto dove trovavano abbondante cibo ricco di fibre e nutrimento.
Il lungo cammino aveva cambiato i paesaggi e cambiato le renne che abituandosi al clima nuovo si stavano trasformando sempre più.

Raggiunte le prime colline dell’Appennino laddove la grande pianura finiva, Babbo Natale si fermò in un luogo che ritenne ottimale; boschi di querce e castagni davano abbondante legname, un bel tappeto soffice di foglie costituiva un buon cibo per gli animali, acqua abbondante e prati ricchi di erba e spogli di neve erano davvero un bel granaio, una scorta golosa per tutto l’inverno.
Il clima mite e il vento tiepido favorivano un ambiente accogliente.
Babbo Natale costruì la sua capanna in legno, il recinto delle renne, il luogo scelto era al centro di un territorio in cui Babbo Natale avrebbe potuto viaggiare in ogni direzione e raggiungere tutti i luoghi.
Il periodo natalizio sarebbe finito come sempre e l’inverno finita la sua apparizione stagionale avrebbe come sempre lasciato la natura in mano a sorella primavera ansiosa di sgambettare tra i primi fiori.
Finita la distribuzione dei regali, Babbo Natale smise i panni del vecchio che sognare tutti i bambini fa, e continuò ad abitare nella capanna d’Appennino dove ancora vive oggi.

Camminando nei sentieri delle colline insieme alla Compagnia dei Bambini è ancora oggi possibile incontrarlo con il suo vestito nero da vecchio del bosco a fianco del recinto dei suoi animali intento a tagliare pezzi di legna per costruire giocattoli.
I bambini che lo incontrano possono conoscerlo e giocare con lui, ma la cosa più magica di tutta questa storia è che le sue renne si sono completamente trasformate.
Le loro corna non ci sono più, e le loro orecchie si sono allungate.
Le renne di Babbo Natale sono diventate Asini!

Oggi nel recinto vicino alla capanna nel bosco si possono accarezzare gli asini di Babbo Natale che durante tutto l’anno con le loro orecchielunghe e il pelo più corto e gli occhi più grandi sono amici di tutti i bambini esploratori, i bambini che sanno che camminando si costruisce una delle più belle favole della vita!

Massimo Montanari

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