Aspromonte sulle tracce di Edward Lear

“Il nome Calabria in se stesso ha non poco di romantico. Nessun’altra provincia del Regno di Napoli stimola tale interesse o ispira tanto ancor prima di avervi messo piede.

Così comincia il Diario di un viaggio a piedi che il pittore Edward Lear compì dal 25 luglio al 5 settembre 1847 lungo le impervie vie delle montagne dell’Aspromonte. Al contrario di Lear, la Calabria non mi aveva mai ispirato perché temevo che fosse ormai irreparabilmente vittima dello scempio paesaggistico dovuto alla edificazione selvaggia. Invece dopo questo viaggio a piedi nell’area grecanica del Parco Nazionale dell’Aspromonte ho dovuto ricredermi.

Redazione CdC
18 février 2011

A parte che l’Aspromonte è ricco di vegetazione e di suggestivi paesaggi, un fascino particolare ce l’ha la fiumara Amendolea, una striscia di pietre bianche che serpeggia dalle strette gole dell’interno fino al mare. La fiumara sembra dotata di imprevedibile volontà: oggi scorre in un punto, domani potrebbe scomparire del tutto, il giorno dopo scorre su un altro tracciato ed un altro ancora esonda e distrugge i coltivi che nel frattempo gli uomini hanno creato approfittando del suo fertile limo.

Un’altra cosa che ho trovato molto interessante è l’esile sopravvivenza del grecanico, un greco antico corrotto tramandato nella popolazione di quest’area dai tempi della Magna Grecia, rinforzato nel periodo bizantino insieme al rito ortodosso, per essere successivamente osteggiato e declassato a lingua di pastori e contadini. Grazie all’isolamento di questi luoghi ed alla loro economia chiusa, questa lingua si è tramandata per secoli oralmente (infatti utilizza caratteri latini) fino alla seconda guerra mondiale. Successivamente stava quasi per scomparire del tutto finché, recentemente, è stata dichiarata minoranza linguistica e si sta quindi un po’ recuperando.

Ad Amendolea abbiamo seguito un’avvincente spiegazione di Ugo Sergi, gestore dell’azienda agrituristica Il Bergamotto. Dagli anni novanta Ugo ha infatti ripreso l’attività di suo padre, coltivando, con metodo biologico, questa misteriosa pianta che cresce solo in questa fascia dal microclima particolare e che contiene ben 350 componenti chimici tra i quali uno potentemente fotosensibile.

Ma il valore aggiunto di questo viaggio è la passione con la quale Andrea Laurenzano e i suoi compagni ti guidano per questa loro terra e te la raccontano, permettendo a chi vive in una città del Nord, come me, di assaporare i prodotti locali, di conoscere la gente che si ostina a vivere in questi paesi sperduti e di apprezzare la loro squisita ospitalità mediterranea.

Queste attività che, tra mille difficoltà, coniugano lavoro e valorizzazione del territorio, sviluppo e attenzione all’ambiente, rappresentano una vera scommessa. Una scommessa che dopo tredici anni pare essere vincente, anzi, come dicono Andrea ed Ugo: "nu miracolo".