Compagni di cammino: conclusione

Si è concluso il 24 novembre Compagni di Cammino in Salento, e con la mente e il cuore ancora pieni di ricordi, vogliamo raccontarvi questo grande evento con un numero speciale. Perché eventi come questo lasciano segni importanti.

Il momento che ricorderò con più piacere? L’incontro con Edoardo Winspeare, che ci ha onorato della sua visita. Regista, artista, intellettuale. Schivo, ma molto comunicativo. Ci ha raccontato che ha creato una associazione (Coppula Tisa) con la quale hanno fatto una azione simbolica molto potente: hanno raccolto 150mila euro di sottoscrizioni dal basso, con questi soldi hanno comprato un terreno su cui stava una casa abusiva, lasciata a metà, quei tipici ecomostri che troviamo spesso in giro nella nostra penisola, e dopo averla comprata l’hanno distrutta, ridando libertà al paesaggio. Una azione di decrescita, il territorio sempre più cementificato è stato liberato. Gesto concreto che deve essere di esempio, e che spero verrà seguito da altri.

Il momento che mi ha fatto più soffrire? Vedere i bambini di Minervino leggere meccanicamente nella sala conferenze un testo non scritto da loro, che neanche capivano (neanche io lo capivo!) in cui secondo qualcuno si spiegava quanto la loro scuola fosse una eccellenza, pieno di linguaggio tecnico ministeriale per addetti ai lavori. Avrei gradito che quei bambini si fossero ribellati, e con un improvviso colpo di creatività avessero cominciato a leggere quelle parole al contrario. Dobbiamo lottare perché i bambini possano continuare a fare i bambini finché la loro età gli dà questo diritto, tanto avranno tempo per fare gli adulti dai 14 anni in poi. Troppo spesso la scuola, e il potere dietro di essa, vuole che i bambini siano bravi ometti (cioè uomini da poco), per farne consumatori obbedienti e persone servili verso il potere. Noi vogliamo invece bambine e bambini liberi, che continuino a fare i bambini, liberi di esprimere la loro creatività senza stare nelle righe, liberi di sporcarsi e di correre nei campi. Solo così potremo avere poi donne e uomini liberi, gente di pace, di cultura.

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Redazione CdC
27 novembre 2015

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