Di ritorno dal Camminayoga in Toscana con Nico

« Sono passate 2 settimane intere dal nostro rientro, per me 2 settimane intense e faticose, ho voluto di proposito aspettare, far sedimentare e mettere radici a tutte le sensazioni e consapevolezze raccolte in cammino.
La prima cosa che ho potuto notare nei giorni successivi al rientro è stata che di fronte al mio quotidiano, alle difficoltà che in questo tempo siamo così bravi a crearci, alla fatica del ritorno “alla normalità”, ho avuto netta e ben presente l’idea di avere uno strumento in più, di essere cresciuto. Di questo vi ringrazio tutti, è successo solo grazie a voi, ed è una bella sensazione.
Non sono, per carattere e storia personale, abituato a prendermi cura di me e ho potuto scoprire che ha un buon sapore, sa di genuino e naturale, almeno lo è stato per me. Al contempo mi pare di aver capito che è solo attraverso gli altri, il Sangha, (scusa Nico se copio) che si può ottenere questo risultato.

Questo, per me, è stato l’insegnamento più grande, quello che mi porto dentro. Ci siamo conosciuti a Vada quel martedì e abbiamo deciso di fidarci, di dare e darci questa possibilità. È stato molto bello vedere evolvere questa fiducia, questa volontà di partenza. Questo mi ha fatto pensare che l’essere umano è veramente meraviglioso, se solo ci crede un minimo. Forse può sembrare superfluo o banale accennare a queste cose dopo i nostri giorni insieme, ma se provo a mettere da parte l’esperienza vissuta e a immaginare che qualcuno me la potesse raccontare, se sono onesto con me stesso devo ammettere che sarebbe stato difficile da credere.
Siamo arrivati tutti da luoghi diversi, da vite diverse, da storie diverse. Ognuno con il proprio bagaglio, con la propria maschera, il proprio “modello interpretativo” della realtà, del nostro tempo e quindi anche di chi ci ritrovavamo davanti. Ma con il passare delle ore e poi dei giorni abbiamo naturalmente scelto di cedere parte di noi e dare credito ad un modello diverso dal nostro abituale, un modo comune, di tutti. E questo è avvenuto naturalmente, senza forzature, senza che nessuno (ovviamente a mio giudizio) abbia dovuto cedere troppo o troppo poco, senza bisogno di piramidi o scale sociali, senza alcuna necessità di trovare un “leader”, neanche Nico lo è stato, pur essendo stato una grande guida, nel senso più alto che riesco a immaginare per questa parola. Questo particolare aspetto è per me meraviglioso, dimostra che sono ancora un essere umano, che quella fiamma è accesa nonostante tutti gli abomini e le storture che vediamo e che noi spesso mettiamo in atto.

Io non so se questo è Buddismo, o se è il camminare nella natura o le pratiche yoga o altro, alla fine per come sono fatto io, neanche mi interessa, non è importante. Mi interessa invece e molto, sentirmi simile ai miei simili, ma nel senso animale, ancestrale, parte dello stesso universo, dello stesso tutt’uno. E voi tutti me ne avete dato l’opportunità, la possibilità di sentire tutto questo. Grazie infinite ancora una volta per questo!
In quest’ottica, se 15 persone sono state capaci di tutto ciò, è lecito pensare che tutto sia possibile, realizzabile. Certo ci vuole impegno, appunto “pratica”, bisogna dedicarsi, ma del resto la natura insegna, se vuoi un buon pomodoro sarà difficile che ti venga dato dalla pianta se non le dedichi niente di te. E questo non può non valere anche per le persone, che siano gli altri o che si tratti di te stesso.
Probabilmente, pensando all’umanità, siamo molto lontani da tutto ciò, ma è bello sapere per certo che è possibile e ancora di più sperimentarlo. Ecco questo credo sia stato il nostro cammino: un esperimento di pratica della felicità, di conseguenza un enorme cambiamento avviato. »

Yari

Redazione CdC
9 luglio 2019