Ho donato una viola al mio albero

Chi è nato e cresciuto in campagna come me mantiene un rapporto magico con la Natura.
L’avere poi studiato classificazioni di piante e animali o formule chimiche, il linguaggio scientifico, non scalfisce per nulla la fratellanza, la comune appartenenza e sentire, fra me essere umano ed il resto del vivente.
Per questo, mi è sempre parso un gesto spontaneo, accettabile, rispettoso, perfino dovuto, il parlare e l’abbracciare una pianta.
E fra le tante piante, in un luogo a me particolarmente caro, col tempo ho stretto un rapporto profondo con lei, la mia pianta.
Mi assomiglia pure… Pur essendo in un bosco, è isolata dalle altre, è ben slanciata al cielo, ma senza arroganza… ha una sua eleganza e dignità, senza urlare a tutti che è la più bella e potente.
La vado a trovare spesso, la carezzo, le dico le mie pene, ma l’ascolto anche, e mi prendo cura di lei, togliendole ad esempio l’edera infestante.
Avverto che lei mi dà stabilità, tra i tanti frenetici e inutili movimenti che la vita quotidiana mi costringe a fare.
In lei vedo lo scorrere delle stagioni, il cambiamento è evidente, e il confronto è impietoso con le nostre pretese di essere sempre efficienti e perfetti.
Là dove cresce da tanti anni è il teatro dei miei riti segreti.
Che altro non sono che stare pochi attimi in silenzio, attento alla sintonia con l’energia sottile che unisce me e lei e il creato tutto.
Ora, alla soglia della primavera, m’è venuto istintivo un gesto, d’amore direi.
Nel vialetto per raggiungerla ci sono le prime viole, ne ho raccolta una e avidamente ho annusato il suo profumo di nuovo.
Mi è arrivato un pensiero grazioso, e l’ho messo in scena.

Ho donato una viola al mio albero.

Se mi accorgo di essere un diverso, uno fuori dal coro?
Onestamente sì.
D’altronde sono un inguaribile romantico.
Uno che cerca l’amore, che dà credito ai sogni, che ulula alla Luna.
Uno che cammina.

Guido Ulula alla Luna

26 maggio 2015