Il Cammino di Escher: l’Abruzzo come musa ispiratrice

Pochi sanno che l’artista olandese MC Escher, divenuto celebre nel corso del ‘900, perché le sue opere proponevano un’interpretazione innovativa della prospettiva e una inedita divisione dello spazio, ha stretto un rapporto molto saldo con l’Abruzzo. Escher, verso la fine degli anni venti dello scorso secolo, amava girovagare fra le campagne abruzzesi, con lo scopo di realizzare un libro illustrato, che purtroppo non vedrà mai le stampe.

Traversata Scanno - Villetta Barrea nella neve, 21 maggio 1929

M.C. Escher (sulla sinistra), in viaggio tra Scanno e Villetta Barrea, nel maggio del 1929

Così Escher scrisse all’amico Bas Kist:

“Mi addolora molto non poter viaggiare in questa primavera in tua compagnia. Mi sono abituato a fare un viaggio ogni primavera, rinvigorente per il mio corpo e per il mio spirito e raccogliere materiale per il lavoro dei mesi successivi. Non conosco piacere più grande, che vagare su colline e attraverso valli, di villaggio in villaggio, sentire gli effetti della natura incontaminata e godersi l’inatteso e inaspettato, in grande contrasto con la vita di casa”.

Anche se il libro sull’Abruzzo non è mai stato realizzato, Escher ci ha lasciato decine di opere d’arte ispirato dalla natura indomita e selvaggia di questa regione: litografie, bozzetti, disegni, fotografie.

Diario di viaggio

Diario di viaggio

Addirittura resta anche un diario di viaggio in cui annotava i suoi spostamenti e teneva il conto del denaro speso. Mi diverte immaginarlo seduto in qualche angolo d’Abruzzo, intento a lasciarsi ispirare dalle emozioni del cammino intrapreso. La sua più celebre opera del “periodo abruzzese” è senza dubbio la litografia di Castrovalva.

Litografia di Castrovalva

Litografia di Castrovalva

Escher a proposito della sua realizzazione scrisse:

“Ho trascorso quasi un giorno intero seduto a disegnare a lato di una stretta strada di montagna. Sopra di me c’era la scuola e mi divertivo a sentire le chiare voci dei bambini mentre cantavano le loro canzoni”.

Al piccolo borgo di Castrovalva è legato anche l’episodio più divertente e strambo delle sue visite abruzzesi. Escher fu interrogato nella locale caserma dei Carabinieri, perché accusato di aver preso parte all’attentato alla vita del Re d’Italia, che aveva avuto luogo il giorno prima a Torino. Era arrivato a Castrovalva in tarda serata e non aveva partecipato alla processione nel paese. Questo aveva insospettito un’anziana donna che lo denunciò, anche perché a suo dire aveva un’espressione diabolica. Per fortuna il malinteso si chiarì e nel giro di poche ore Escher tornò a dedicarsi alle sue opere d’arte. L’artista olandese visitò l’Abruzzo in gioventù, ma per capire quanto i viaggi in questa regione abbiano influenzato il suo lavoro, basta guardare un paio delle sue più celebri opere: “Il Belvedere” del 1958 e “Natura Morta con Specchio” del 1934.

Il Belvedere

Il Belvedere

Nel primo caso lo sfondo è rappresentato dai monti della Majella, già raffigurati nel disegno a graffio “Pettorano sul Gizio”.

Natura Morta con Specchio

Natura Morta con Specchio

La seconda opera, invece, è molto importante nella vita artistica dell’autore che attraverso essa passò dal “paesaggio reale” a quello “mentale”. Il vicolo rappresentato nello specchio, infatti, è una delle viuzze del borgo abruzzese di Villalago.

Il Cammino di Escher, dunque, è un viaggio in una terra bellissima, che ha ispirato l’artista olandese, ma anche molti altri pittori e fotografi che qui sono passati nel corso dei secoli. Solo per citarne alcuni, ricordo i fotografi Cartier Bresson, Mario Giacomelli e Hilde Lotz-Bauer che immortalarono Scanno e le Gole del Sagittario, e ancora il grande artista inglese Edward Lear, oppure il pittore eremita Charles Moulin che viveva sul Monte Morrone nelle Mainarde molisane, da dove inizierà il nostro cammino.

Paolo Iannicca

Opi

Opi (Escher)

Opi

Opi (oggi)

Archi, San Vincenzo

Archi, San Vincenzo (Escher)

Archi, San Vincenzo

Archi, San Vincenzo (oggi)

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11 aprile 2019