Le cose che amo della Corsica

L’acqua, argento prezioso sgorga dalle sorgenti e disseta come nessuna acqua potrà mai fare, dà ristoro alle labbra arse dal calore e dalla polvere dei sentieri

I pini laricci , alberi patriarchi sfidano vento e uragani restando ancorati alle rocce di granito, fedeli e incorruttibili. I castagni antichi raccontano la storia con i nodi e le ferite del loro tronco e delle radici che riaffiorano talvolta dalla terra

Il granito forte non ci inganna: è solido e affidabile, offre un appoggio ai piedi e alle mani in qualsiasi momento. Lo puoi afferrare e non si spezza puoi salire e ti offrirà una spinta, nella discesa ti permette di procedere lento e sicuro. Ripara le composizioni di fiori secchi della “murzella” fragile che succhia la sua linfa preziosa dalle rocce

I pastori nei pomeriggi caldissimi godono della meritata ombra dei grandi pini e sorseggiano lenti anice addolcita dall’acqua. La bergerie di antichi sassi è rifugio millenario

La voglia di trattenere la sete fino alla fonte successiva giurando che una volta arrivata non avresti più smesso di bere questo liquido fresco e rigenerante fino all’ultima goccia

I luoghi

Il torrente, giaciglio per la prima notte, rivela un cielo pulito, di pianeti luminosi e stelle cadenti

Bocca di Laparo, rifugio sicuro e segreto, si apre sul mare. Aria di pace e silenzio

Le cascate e le pozze trasparenti, refrigerio dopo il camminare, fonti di energia positiva per i muscoli e per la pelle

Il colle Fulminatu racconta la sua storia con il suo nome e con il primo sguardo, il grande albero ci ha riparato dal calore con i ciuffi di aghi che trattenevano le folate di vento con un rumore sordo che ci ha risvegliato le emozioni

La sorgente dei prati di Coscione inaspettata e tintinnante ha riempito con un’eco sempre più pieno le borracce fino a traboccare e ha rinfrescato le nostre mani

E ancora..

L’odore delle gocce di pioggia e del temporale sulle rocce, mangiare e bere intorno al focolare improvvisato di legno e pietre; aprire gli occhi nel buio e scoprire la luna , le stelle e piccoli animaletti sgranocchianti sopra di noi, il fruscio potente del vento tra le fronde dei pini larici, il rumore pieno dei passi con gli scarponi sul sentiero a testimoniare il contatto con la terra. Gli aromi intensi e mescolati dell’elicriso, dell’erba barona e della menta tra i sentieri non segnati, i cavalli liberi e lucidi corrono sotto il sole

Elena Dal Prà

23 dicembre 2010