Lettera

Carissimi.

La conversazione con Maurizio mi ha suggerito alcune considerazioni che voglio comunicarvi.
Tutto nasce dalla prenotazione che abbiamo effettuato, già il 20 gennaio, per il vela-trek di giugno alle Eolie.
Per noi è una cosa normale programmare il viaggio con largo anticipo. In tutti i nostri viaggi, per la maggior parte auto-organizzati, ci siamo comportati così.
Noi amiamo molto il nord Europa che abbiamo girato in lungo ed in largo (Islanda compresa); ci mancano solo le Svalbard. Per andare in Islanda, ad esempio, i traghetti (ovvero la nave Norrona, l’unica che c’è) partono solo dalla Danimarca, e se non prenoti le cuccette ed il posto auto già a gennaio per giugno, è certo che su quella nave non ci sali. Lo stesso vale per numerosi altri luoghi.

Redazione CdC
26 settembre 2013

Ma c’è un altro motivo che ci spinge ad organizzare i nostri viaggi con parecchi mesi di anticipo. Un motivo molto più legato alla fantasia che alla contingenza materiale.
Noi amiamo fantasticare sul nostro viaggio, organizzarcelo giorno per giorno. Ci procuriamo le guide, le relazioni e le cartine già l’inverno precedente ed iniziamo a lavorarci sopra, magari la sera dopo cena. Alle Faer Oer, alle Shetland od alle Ebridi Esterne abbiamo fatto dei trek di una settimana solo con l’ausilio delle mappe militari 1:25000 fatteci spedire dall’Inghilterra o dalla Danimarca. Nel cammino di 5 giorni nella penisola completamente disabitata dell’Islanda del nord-ovest (3000 km2 senz’altro che vento, fiordi ed uccelli) ci saremmo senz’altro persi se non avessimo costruito nella nostra testa il viaggio ancor prima di farlo praticamente (e lassù, se ti perdi, non ci sono i cellulari od il soccorso alpino che ti viene a cercare…). È con passione ed emozione che costruiamo sera dopo sera il nostro percorso, che scopriamo i luoghi che ci piacerebbe visitare. Approfondiamo nei mesi precedenti la conoscenza delle terre dove andremo. Leggendo spesso gli scrittori che ci sono nati, le relazioni dei viaggiatori che magari secoli prima di noi ci sono stati.
Poi noi andiamo da soli, senza amici. I nostri viaggi ci sembrano più belli, e lo sono. Servono a tante cose. Non solo a conoscere il mondo e gli altri, ma a conoscere meglio noi stessi. Servono a rinsaldare un’unione che dura da una vita.
Dormire in tenda in riva ad una scogliera o nella nostra maggiolina sul tetto dell’auto crea esperienze indimenticabili, ricordi indelebili. Non lasciamo tracce, se non le nostre orme, e portiamo via solo ricordi.Ed amiamo anche tornare sui medesimi luoghi, magari in stagioni diverse, per vedere come la natura gioca con i colori e le luci in epoche differenti.

Questa volta faremo il vela-trek; perché siamo curiosi e perché ci affascina viaggiare con gente sconosciuta, metterci in gioco. Con amici, anche carissimi, non lo faremmo, ma con gente nuova sì.
Sarebbe bello se sulla nostra rivista chi vuole descrivesse che cosa intende per viaggio, come lo organizza, se preferisce magari la sorpresa o se, come noi, ama sognarlo e desiderarlo per mesi prima che avvenga.

Un abbraccio a tutte ed a tutti da Massimo e Patrizia di Torino.