L’irresistibile ebrezza della rotoballa

La rotoballa, è un mondo a parte sospeso tra erba tagliata e cielo da toccare con la mano.
I bambini sanno bene quanto possa essere entusiasmante il salirvi sopra, in equilibrio indipendente, in solitaria sospensione tra un limbo da cercare e un filo immaginario dell’equilibrismo della vita.
La rotoballa è un confine di fieno, una linea che marca il territorio e diventa opera incastonata nei paesaggi di pianura.
Salirci sopra, correre tra una e l’altra sfidando le fessure che separano dalla caduta, essere sostegno del proprio corpo, è avvincente e cattura.
Rotoballa amica di mille giochi, di un ritrovato contatto con la spregiudicatezza di essere bambini liberi in abbracci e corse con il sapore del fieno in fase di essiccazione. Profumo quasi da companatico della vita che assorbe in se il senso di un liberarsi da catene e obblighi che adulti ansiosi tracciano nel quotidiano di bimbi inquadrati.
La rotoballa ti fa sporcare di quel umido sapore dolce; è la fase primordiale del fluido che può far scaturire quella voglia di sperimentare il contatto con natura e affini.
La rotoballa ti fa danzare, inebriarsi dell’aria, ti fa innalzare a piedistallo di madre natura, ti porta in pose plastiche e spontanee.
I bambini questo lo sanno. Come in tutte le cose spontanee.
I ragazzi più grandi facendo questo fanno un passo indietro, riprendono quell’anima bambina che il cammino nella nature fa loro ritrovare.
Smarphone e tutto il resto della tecnologia che sta “rubando” loro attimi di spensieratezza adolescenziale, rimangono spenti.

Massimo Montanari

Nelle foto ragazzi di una scuola media si divertono a saltare tra le rotoballe.

1 giugno 2016



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