Un cammino attraverso i colori. E (in)aspettate coincidenze.

Un cammino attraverso i colori. E(in)aspettate coincidenze.

Tour delleEgadi, Sicilia, 12-19 settembre 2015, Compagnia dei Cammini
con laguida Nanni di Falco

È stato per me il primo cammino,figlio di una coincidenza, di un incontro con una persona davveroBella, che non vedevo da tempo. Ai cammini, è vero, ci pensavo da unpo’. La persona Bella mi ha parlato della Compagnia dei Cammini, diun modo di sentire e viaggiare a me così affine. Ho studiato sito eproposte ed eccomi approdata qua, tra palpiti di Italia e “Africa”,di mare e “montagna”, palpiti così miei.
Il programma già apre un mondo:In cammino sulle isole Egadi.Io racconterò i colori che ho sentito. E le coincidenze. Soloalcune, però. Un autentico tripudio, continuo e sorprendente.Casuale, non lo so.

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Redazione CdC
14 ottobre 2015

Alba rosa nelle Salinedi Marsalae sull’Isola di Mozia
Parto con l’idea di svuotarmi, e riempirmi con il blu del cielo e delmare. Mi preparo a diventare risacca, placida e instancabile. Mal’alba di questo viaggio è rosa, rosa come le vasche delle saline, con il bianco abbagliante dei “covoni” di sale, che racchiudetutti i colori del viaggio appena cominciato. Poi vedo i Fenici, livedo lì, a Mozia, arrivare con le loro navi. Nanni e le sue paroleappassionate li disegnano, li fanno respirare. E con il vento discirocco, oltre alle loro voci, arrivano quelle dei compagni dicammino. Sorrisi e segreti svelati, silenzi e sciami di parole mifanno affacciare sull’uscio delle loro vite. Il cammino è iniziato.

Le cose più belle per me.
- Ilvento di scirocco e le confidenze tra “sciroccati”
- Il sorriso di Anna, giovanissimastudentessa polacca innamorata dell’archeologia e dell’Italia. E deivolti degli “isolani”, che immortala in ambiti ritratti. Quelsorriso che avrei rivisto per caso, diversi giorni dopo, tra le perledi Segesta.
- Il racconto di Vincenzo, pervent’anni pescatore di tonni tra i mari di Sicilia e poi di Grecia eSpagna, tra giornate senza ore, senza giorno e notte, fino adiventare mesi, lontano da casa, lontano dalla terra. È approdatoora alle placide acque di Mozia, dove guida le imbarcazioni cheportano i viaggiatori alla scoperta dell’isola.

Levanzo, la piccola selvaggiaprofumata di bianco
Si salpa verso le Egadi, destinazioneLevanzo. Approdo inaspettato, colorato di terrazze sul mare, albeimmaginate, cale arricciate dallo scirocco, steppe placidamenteribelli. Ad accoglierci, un piccolo nugolo di case affacciate sulporto. E, dietro, la potenza di Capo Grosso, del suo faro cheabbraccia energie ancestrali e vite che furono. E ti regala unosguardo vibrante, di chi ti conosce da sempre.
Gli occhi si abituano a disceseverticali, corrono giù per le rocce, fino al blu. Nidi d’uccellidalle voci nascoste ti chiamano. Per due giorni, nello stesso punto.E Favignana, farfalla, vola davanti a te, appena più in là.

Le cose più belle per me.
- Addormentarsi nella cala davanti alFaraglione, dopo una giornata di cammino. Svegliarsi sola: nellaspiaggetta di sassi non è rimasto più nessuno. Ma dal Faraglionec’è chi ti guarda, nera e bianca. Con il cannocchiale il profilo sifa più nitido: è la cicogna nera!
- Le terrazze sul mare: dellacolazione, dei baretti delle notti e dei risvegli, della pensionedove stendi i panni e fotografi l’abbraccio di due visi belli egenuini, due tuoi compagni di cammino e nuovi amici.- Il pane “cunzato”, “cunzato”proprio come desideri tu, a scelta tra i sapori genuini di questaterra potente. Lo trovi in una botteguccia sul mare, alla mattinaprima di avviare il tuo cammino. Un uomo con il sorriso grande te loprepara e porge, come un papà.
- I bagni nelle cale selvagge, protettedallo scirocco. In base ai venti e alle condizioni del mare, Nanni sadove portarti per il momento della giornata in cui torni a immergertinelle magie del feto.
- Le cene con il pesce in tutti i modi.
- Il faro. Punto.

Favignana, la gialla.
È la più nota delle Egadi, esbarcarci proveniendo da Levanzo, è un po’ come arrivare nellabrulicante Milano dopo aver lasciato le tue pedalate placide lungo lestrade di Udine. C’è vita a Favignana. Inutile raccontare le suespiagge spettacolari: i nostri piedi ci portano fino a Cala Rossa,per un bagno rigenerante e un arrivederci al caldo che qui, nelprofondo sud, non sembra essere figlio di settembre. Prima, la visitaalla antica tonnara, unadelle più grandi del Mediterraneo. Una visita che ti riempie, traqueste mura accarezzate da respiri ampi e storie che palpitanoancora.

Lecose più belle per me.
- Le ombre di noi camminatori, sulla strada verso Cala Rossa e sotto ilsole poseidonico.
- Ivisi degli uomini e delle donne in bianco e nero, che ti guardanodalla tonnara.
- Ilgiovane isolano che sceglie la coppola davvero più giusta per te,ma poi tu devi scappare a prendere il traghetto. Grazie per la tuacura, ragazzo dai capelli rasta, mi spiace non avertelo detto dipersona.
- Ituoi compagni di cammino che ridono felici a mollo nelle acque diCala Rossa.
- Ilcaffè con la crema di pistacchio, sulla strada del rientro.

Marettimo, sonorità grigioverde ecarezze sacre
Il primo impatto è potente,disarmante. Approdi sapendo che la forza di questa montagna sul mareti ghermirà. Non opponi resistenza. Percorrere le sue pendenze esentirsi a casa, un po’ sulle mie Alpi, un po’ nel grembo di mammaAfrica.
Prima escursione immersi nella“nebbia”, la “muddura”, rinfrescati dai rivoli leggeri chescendono ballando dagli alberi. Poi, imbattersi nelle tessiture delragno che vive tra queste rocce.
E l’indomani su a Pizzo Falcone, trascenari indescrivibili. Fino a che le rondini scuotono l’aria fresca,finalmente, lassù, a 686 metri sul livello del mare, e dipingonogimcane nel cielo che ti portano dentro i cieli blu che abitanodentro te.

Le cose più belle per me.
- Gli uomini anziani seduti nella casadavanti al porto. Passi di lì e ci sono sempre. Anche quando vaghida quelle parti tra le braccia di Morfeo.
- Le confidenze davanti agli scogli dichi, anche grazie a questo cammino, ha sentito nella pancia le suevere strade.
- Alfio, Pepe, Birillo o comunque sivoglia chiamarlo: uno dei cani che vivono sull’isola e che ci haseguito nelle escursioni giornaliere. Presenza discreta, ma chePresenza. Appariva, spariva e poi lo trovavi là, dentro un’ombrainimmaginata. Il suo respiro la colonna sonora che leniva il caloreportato dallo scirocco.
- Il cous cous di pesce, come si fa daqueste parti. Chetelodicoafare.
- Il sonno di appena quattro ore primadell’ultima, strepitosa escursione a Pizzo Falcone: tornare ragazziniper le vie del “paese”, la notte, con i nuovi amici di Cammino. Eil giorno dopo riempirsi gli occhi di esuberanze verticali, montagnea strapiombo sul mare, dei suadenti richiami di Punta Troia.
- I “tuffi” del giro in barca.
- Addentrarsi nella muddura,dove perdi i confini e impari a seguire fiuto, e vibrazioni.
- Il rosmarino che pettina di verde laroccia, ovunque.
- La chiesetta vicino alle Case Romane,che protegge i canti di noi camminatori.

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Il cammino di gruppo è terminato conl’approdo a Trapani e un’appendice a Erice con alcuni compagni. E poiancora un paio di giorni in solitaria, si fa per dire, tra le Mura diTramontana di Trapani, i balconi delle case popolari con le tende astrisce bianche e blu, i canti dei bambini per le strade, le barchedei pescatori a ondeggiare sulle note di tramontana e maestrale. Lemagnificenze di Segesta, nuovi sapori, nuovi incontri. Altri tripudidi coincidenze, a raccontarle non ci si crede. É che il terreno eragià preparato. È il Cammino.

L’alba tra le nubi indaco e i riflessidel sole che nasce, da un oblò. E mi sveglio che sono già aTrieste.

Cristina Menis,camminatrice neofita.

P.S. Grazie Nanni, grazie per la tuaguida e l’Amore per la tua terra. Grazie al bambino che nuota fino araggiungere la riva.

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